Elucubrazioni, recensioni, curiosità varie sui miei film, registi, romanzi e scrittori preferiti.

giovedì 24 novembre 2016

IL GIARDINO DELLE BELVE

Jeffery Deaver è uno dei miei scrittori preferiti.
Oggi vorrei recensire uno dei suoi romanzi, IL GIARDINO DELLE BELVE, che desideravo leggere da tempo.


La storia è quella di Paul Schumann, killer di professione negli USA ma di origine tedesca al quale, una volta caduto in una trappola da parte dell'FBI,  viene fatta l'offerta di recarsi in Germania durante le olimpiadi del 1936 con lo scopo di eliminare, per conto del governo americano, un uomo chiave dello staff di Adolf Hitler.
Schumann ovviamente accetta, ma una volta sbarcato sul suolo tedesco iniziano le difficoltà; il regime nazista è molto peggio di quello che immaginava, tanto che perfino uno spietato killer a pagamento come lui comincia davvero a sentirsi a disagio.
Contemporaneamente, il detective Willy Khol  della polizia criminale tedesca, si mette sulle sue tracce dopo che Schumann inizia a lasciare dietro di sé qualche cadavere di troppo.

Deaver descrive in modo minuzioso la realtà della dittatura nazista del tempo, che mi è parsa davvero più dura di quello che immaginavo. Io stesso ho scritto un romanzo ambientato in un contesto simile, -la Germania nazista di quegli anni- e devo ammettere che non ho calcato la mano allo stesso modo.
Lo stile della scrittura è comunque quello tipico di Deaver e i suoi fan non ne rimarranno delusi. Ovviamente per il tipo di storia ci sono molto meno analisi "scientifiche" rispetto alle tipiche indagini di Lincoln Rhyme e forse in certe parti è leggermente troppo prolisso; inoltre il colpo di scena finale, che in un classico romanzo di Deaver dovrebbe ribaltare quasi completamente le carte in tavola, qui funziona meno rispetto ad altri suoi lavori.
Ma quello che conta qui è la storia, e anche il personaggio di Schumann che dovrebbe essere, almeno sulla carta, il villain del romanzo..
Consigliato a tutti quelli che amano un buon thriller storico, con buoni colpi di scena (anche se Deaver qui delude un po', come detto) e, soprattutto, molto avvincente.